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Primi su Google: guida al posizionamento sui motori di ricerca per il 2019 e oltre...

Immagina il posizionamento sui motori di ricerca come fossse un puzzle.

E immagina che questo puzzle sia composto da (almeno) 200 tessere.

Il problema è che il puzzle in questione è anomalo, perché a differenza degli altri, è composto da tessere di dimensioni differenti.

E le tessere più grandi sono anche le più importanti.

Ora, per comporre un puzzle nel modo corretto è fondamentale cogliere due aspetti essenziali.

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Il primo consiste nell'avere una visione d'insieme, il secondo è quello di essere capaci di cogliere anche i dettagli più nascosti.

Leggendo questo articolo mi auguro di fornirti sia l'uno che l'altro e di metterti nelle condizioni di capire come essere primi su Google e far apparire le pagine del tuo sito in cima ai motori di ricerca.

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Cominciamo.

Prima pero sappi che questo è l'articolo più lungo che abbia mai realizzato....

1) Come è possibile essere primi su Google?

Se avessi scritto questa guida qualche tempo fa, avrei cominciato col parlare di parole chiave e delle differenti strategie che utilizzo per individuarle.

Oggi no!

Sebbene la ricerca delle parole chiave sia un aspetto importante e fondamentale per il posizionamento sui motori di ricerca (ne parlerò più avanti), ritengo che sia prima necessario fare un passo in dietro.

Un passo che va nella direzione di comprendere come funziona Google e di come viene stabilita la posizione che un determinato contenuto deve avere.

Se oggi tutto mi è relativamente più chiaro, è grazie ad un personaggio il cui nome è:

Andrey Lipattsev.

Lo conosci?

Si tratta di un Partner Development Manager che lavora presso Google  che ha rivelato quali sono i tre fattori di posizionamento più importanti (che nella mia metafora iniziali ho pensato come delle tessere di un puzzle):

Contenuti, Link e Rank Brain

Anzi, Andrey Lipattsev nel video che includo qui sotto, si è spinto molto oltre svelando dettagli ancora più interessanti.

I due fattori che Google reputa più importanti sono i contenuti e i link (senza un ordine preciso), mentre al terzo posto c'è il Rank Brain.

Anche se si tratta di un video del 2016, credo che il suo messaggio sia ancora molto attuale e per questo, per ogni progetto web che intraprendo, non posso fare a meno di tenerlo bene a mente.

E la stessa cosa dovresti fare anche tu!

Ricapitolando, ecco i tre fattori di posizionamento più importanti secondo Google:

  1. Contenuto
  2. Link
  3. Rank Brain

Come già detto i primi due fattori possono essere invertiti tranquillamente, il terzo è Rank Brain ma poi ce ne sono altri.....

Almeno 197.

Eh sì, perché è opinione diffusa che Google utilizza almeno 200 fattori di posizionamento per stabilire i risultati delle ricerche.

Arrivati a questo punto, e stabilito che i contenuti del sito (insieme ai backlink) sono il fattore più importante in assoluto, cominciamo a parlare di come realizzare dei contenuti che facciano la differenza.

Anzi no!

Infatti la prossima sezione non riguarderà i contenuti, e nemmeno quella successiva.

Forse ti starai chiedendo perché. La risposta è semplice.

Per comprendere come deve essere fatto un contenuto che sia originale, migliore della concorrenza e davvero utile è necessario prima capire due aspetti fondamentali: il search intent e come funziona il Rank Brain.

Compresi questi due aspetti, sarà possibile realizzare dei super contenuti.

2) Guida al posizionamento: cosa è il Search Intent

Per capire come funziona il posizionamento devi partire dal Search Intent

Ti è mai capitato di scrivere un articolo riguardante una specifica parola chiave (o specifico argomento) e posizionarti non solo per quella parola chiave ma anche per tutte le sue derivazioni possibili ed immaginabili?

Qualsiasi sia la tua risposta (sì o no) sappi che nulla accade per caso.

Gli articoli che sono in grado di posizionarsi per una keyword principale (keyword pillar) e per tutte o quasi le sue derivazioni hano centrato perfettamente quello che è il search intent.

Cioè l'intento di ricerca dell'utente.

Per spiegare cosa è l'intento di ricerca preferisco fare degli esempi reali. Prima però un po' di teoria, tanto cara a quasi tutti gli esperti seo.

I tipi di ricerca possono essere divisi in tre tipologie:

  1. Intento di ricerca navigazionale
  2. Intento di ricerca informazionale
  3. Intento di ricerca transazionale
  4.  

Approfondiamo brevemente.

Le keyword navigazionali sono quelle keyword utilizzate da un utente che sa già cosa vuole ottenere. Ad esempio, se l'utente vuole contattare WebHosting.it tramite telefono o tramite email potrebbe fare una ricerca con il brand "webhosting.it" oppure con una analoga "contatti webhosting.it".

In questo caso la risposta di Google sarà quella di fornire la url della home page oppure della pagina contatti.

Risultato di una ricerca di tipo navigazionale

Le keyword informazionale sono delle parole chiave che un utente utilizza se desidera informarsi a proposito di qualcosa che non conosce nei dettagli.

Vuole quindi dare delle risposte alle domande che si pone.

In questo caso potrebbe fare una ricerca tipo "come diventare fashion blogger" oppure, se l'utente è una donna potrebbe cercare "come diventare una fashion blogger", o ancora "creare un blog di moda".

Le keyword transazionali sono quelle che l'utente utilizza quando ha in mente di effettuare una "transazione". Per transazione si intente sia un'azione che prevede un acquisto, sia un'azione gratuita come scaricare un programma o un file pdf.

Ad esempio sono keyword transazionali "registrare un dominio" oppure "download wordpress".

Perché è importante capire in che fase è l'utente che sta effettuando una ricerca?

Perché, in base al tipo di ricerca che sta facendo (navigazionale, informazionale, transazionale) sarai in grado di dargli la migliore risposta possibile.

Entriamo ora nel dettaglio.

2.1) Come individuare una keyword pillar

Le keyword pillar sono le parole chiave più importanti

Come anticipato in precedenza, la ricerca delle parole chiave è un aspetto fondamentale per la realizzazione di un sito di successo.

È necessario capire quale è l'intento di ricerca perché in questo modo potremo produrre dei contenuti in grado di soddisfare il tipo di richiesta fatta dall'utente.

Ma facciamo un esempio pratico.

Ora parlerò di come ho realizzato un articolo (articolo pillar, di cui darò maggiori dettagli nella sezione successiva) che sta ottenendo ancora oggi tanto traffico e visibilità.

L'articolo si intitola Come diventare fashion blogger: crea un blog di moda anche tu! (qui trovi l'articolo).

Si tratta di una delle pagine informazionali più visitate del sito WebHosting.it.

È stata pensata (e realizzata) per un progetto (Corso per Fashion Blogger) che però non ho mai portato a termine. Pagina che comunque ha ottenuto un grande successo.

E ora spiego cosa ho fatto.

2.1.1) Selezione delle parole chiave

Per illustrare il processo con cui scelgo le parole chiave faccio riferimento alla keyword "Fashion Blogger" perché ad essa sono legate tantissime keyword correlate che mi permetteranno di sviluppare il mio ragionamento.

Se impari ad utilizzare correttamente questa strategia il tuo sito crescerà in maniera molto più veloce.

Quindi, tramite Google Keyword Planner ho inserito la keyword fashion blogger e cominciato a studiare i risultati:

Google Keyword Planner: i risultati ottenuti

Tra le tante risposte ottenute, la prima che poteva essere davvero utile per il mio progetto era "diventare fashion blogger".

Ho fatto una seconda ricerca utilizzando la keyword appena individuata.

Ecco il risultato:

Google Keyword Planner: ricerca più specifica

Come è possibile vedere sono sulla direzione giusta.

La keyword più importante è "come diventare fashion blogger".

La più importante perché, oltre ad essere perfettamente a tema con il mio obiettivo, è la più ricercata (1300 volte al mese).

Questa sarà anche la keyword pillar, quella su cui si baserà l'intero articolo.

A questo punto, faccio riferimento al discorso che ho accennato prima, cioè al search intent.

La keyword ricade nel campo delle ricerche informazionali. Chi effettua una ricerca del genere vuole ottenere informazioni su come diventare fashion blogger.

Stabilito questo, vado a creare la lista di tutte le keyword strettamente legate alla keyword pillar.

La keyword "creare un blog" che Google Keyword Planner suggerisce è strettamente legata?

No!

La keyword "creare un blog di moda" è strettamente legata?

Sì!

Chi cerca "creare un blog" non è necessariamente interessato ad aprire un blog di moda, mentre chi cerca "creare un blog di moda" lo è di sicuro.

Ragionando in questo modo riesco a collezionare una lista completa di keyword strettamente collegate tra di loro.

Con la lista definitiva è possibile cominciare a pensare a quale sarà il contenuto dell'articolo, ma non subito.

È infatti necessario comprendere il significato del RankBrain

Prima di proseguire però, ti mostro l'immagine che segue:

WebHosting.it è secondo per la keyword più cercata

Come vedi, la pagina di cui ti sto parlando è in seconda posizione su Google rispetto al 1.900.000 di risultati possibili.

Ma non solo, la pagina è in prima posizione per altre keyword importanti come mostra la successiva immagine:

WebHosting.it è in prima posizione per la keyword “come diventare una fashion blogger"

Continua a seguirmi e ti dirò come ho fatto.

3) Rank Brain: cosa significa e come utilizzarlo

Capisco che questo modo di procedere potrebbe sembrare un po' complicato ma al termine di questo percorso, tutto sarà più chiaro.

E facile da mettere in pratica.

Hai mai sentito parlare di intelligenza artificiale? O di sistemi in grado di auto apprendere?

Rank Brain è tutto questo.

Senza entrare troppo nello specifico e nel tecnico, pensa a Rank Brain come un sistema che fa parte dell'algoritmo di Google che, tramite l'intelligenza artificiale, cerca di comprendere tutte le ricerche effettuate dagli utenti, comprese le ricerche vocali, cercando, al tempo stesso, di fornire le migliori risposte possibili.

Ogni giorno Google elabora oltre 3 miliardi di ricerche (stima risalente al 2015), il 15% delle quali sono completamente nuove. Effettuate cioè per la prima volta.

Come fa Google a rispondere a tutte queste nuove ricerche?

Tramite RankBrain, appunto.

RankBrain, siccome è una learning machine, fornisce una serie di risposte differenti tra di loro e, in base al comportamento dell'utente, cerca di comprendere quale è la migliore risposta possibile da fornire la prossima volta.

Vediamo un esempio pratico. E per fare ciò faccio riferimento ad un articolo (che ti consiglio di leggere) pubblicato su Backlinko.

Supponi di fare una ricerca con la frase "come installare wordpress".

Google fornisce il risultato che segue:

Per qualche motivo, il titolo e la pagina che vedi in quarta posizione ? attira la tua attenzione e decidi di visitarla immediatamente.

Cliccando su quel risultato immagina di trovare tutte le risposte che stavi cercando.

Ora facciamo un altro esempio.

Dopo aver fatto la stessa ricerca di prima decidi di vistare il primo risultato che Google propone.

Leggi un po' e dopo pochi secondi capisci che l'articolo che stai leggendo non fornisce le risposte che stavi cercando.

Allora torni indietro e visiti la seconda pagina suggerita da Google.

Anche in questo caso il risultato non soddisfa le tue aspettative e quindi torni nuovamente indietro e visiti il risultato successivo fino a trovare la pagina che spiega quello che volevi sapere (il quarto risultato).

Ora supponiamo che questo comportamento non sia solo il tuo ma anche di altri 10, 100 o 1000 utenti.

In funzione del comportamento appena illustrato, RankBrain capisce che evidentemente la quarta pagina è più adatta al tipo di ricerca effettuato e la premia portandola in prima posizione.

Fonte: backlinko

Mentre, le tre pagine che occupavano le prime tre posizioni, non vengono reputate adatte al tipo di ricerca effettuata e quindi vengono retrocesse.

Fonte: Backlinko

Ecco come funziona RankBrain!

Valutando il tempo di permanenza e il click through rate (CTR) che 10, 100, o 1000 generano effettuando la stessa ricerca.

3.1) Tempo di permanenza (dwell time)

Il tempo di permanenza di un utente su una pagina è una metrica seo che non puoi permetterti di ignorare.

Il tempo di permanenza è una metrica basata sul comportamento degli utenti che Google utilizza per decidere in che posizione il tuo sito deve stare.

Se vuoi avere successo nella SERP, allora devi cercare di allungare il tempo di permanenza che il tuo sito genera.

3.1.1) Che cosa è esattamente il tempo di permanenza?

In parole semplici è il tempo che un utente trascorre su una pagina prima di tornare ai risultati della ricerca.

Quindi, maggiore è il tempo che un utente utilizza per leggere un contenuto (e magari interagire con esso), meglio è.

3.1.2) Come aumentare il tempo di permanenza?

Ora che è chiaro il concetto di dwell time cerchiamo di capire come aumentarlo.

Senza entrare troppo nel dettaglio ora (lo farò quando parlerò di come creare dei contenuti di valore) accenno ai tre principali stratagemmi per allungare il più possibile il tempo che un utente trascorre su un determinato contenuto:

  • Produrre contenuti di qualità
  • Collegare in modo strategico altri contenuti (link interni)
  • Utilizzare strategie di engagement

3.2) Click Through Rate (CTR)

Click Through Rate: ecco come aumentarlo

Non so se ti è mai capitato di osservare Google Analytics dopo aver lanciato un nuovo sito web.

L'immagine che segue spiega proprio quello di cui sto per parlare:

Click Through Rate: Google cerca di capire il comportamento degli utenti

Google utilizza tanti parametri per stabilire il posizionamento di un sito; uno su tutti l'autorevolezza del sito stesso.

Tuttavia, quando un progetto è all'inizio e non è per nulla autorevole, conduce un po' di esperimenti.

Tra questi, propone un contenuto di un sito non autorevole in prima pagina e studia il comportamento degli utenti.

Se i click che riceverà la pagina del sito non autorevole saranno molti, allora Google capisce che il documento in oggetto è di qualità.

3.2.1) Cosa è esattamente il CTR?

L'esempio che ho fatto spiega solo in parte il concetto di click through. In realtà il CTR ha un significato più ampio.

CTR sta indica il rapporto tra il numero di volte che una pagina viene visualizzata nelle serp e il numero di volte che essa riceve un click.

Infatti se una pagina appare dopo una ricerca, non necessariamente verrà visitata dall'utente.

Cerchiamo di capire meglio il significato di click through. Per fare questo è necessario fare riferimento a Google Analytics.

Click Through Rate: rapporto tra impressioni e clic

L'immagine che stai vedendo indica (anche) il ctr di WebHosting.it e si può ottenere accedendo al proprio account Analytics e poi andare su Acquisizione -> Search Console - Query.

La colonna CTR indica il rapporto tra il numero di volte che quel contenuto è stato visualizzato dopo una ricerca e i click che ha ricevuto.

Questo genere di schermata fa comprendere quali contenuti necessitano un intervento per migliorare il CTR.

Solitamente (con le dovute eccezioni) mi concentro solo sulle query che hanno percentuali inferiori al 10 o 5 %

3.2.2) Come è possibile aumentare il CTR?

Pensa al CTR come fosse la vetrina del tuo negozio.

Una vetrina attraente, interessante e originale attirerà maggiori potenziali clienti all'interno del tuo negozio.

Quale è la vetrina del tuo sito?

Lo snippet che comparirà nella serp. Questo esattamente.

Risultato Serp per la keyword come installare wordpress

Quali sono le armi a tua disposizione per migliorare la tua vetrina (o meglio snippet)?

Semplice:

  • Titolo
  • Descrizione
  • Url

Manipolando queste tre componenti, attraverso esperimenti e tentativi, potrai trovare il modo di ottenere la combinazione che garantisca il più alto CTR.

4) Creazione dei contenuti (articoli pillar)

Articoli pillar: indispensabili per un sito di successo

Sei sei giunto fino a questo punto sappi che hai già letto circa 2500 parole.

2500 parole che ho utilizzato per spiegare quale è il mio punto di vista sul modo di creare una o più lista di keyword, come interpretarle (search intent) e perché è fondamentale comprendere come come funziona RankBrain.

Ora che questi 3 concetti sono chiari, è possibile procedere con la realizzazione dei super contenuti o articoli pillar.

Gli articoli pilar sono gli articoli che ogni sito web deve avere.

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Quando inizio un nuovo progetto, decido sempre di iniziare pubblicando almeno 5 articoli pillar.

Si tratta di articoli approfonditi, ben formattati e originali che serviranno per stabilire la qualità del nuovo progetto.

Quando parlo di articoli pillar parlo di articoli che sono frutto di ore di ricerche. Articoli che non vengono scritti in un ora ma in più giorni.

L'articolo che stai leggendo è il frutto di una settimana di lavoro (compatibilmente con altri miei impegni) e di tante riletture, correzioni ed integrazioni.

Ma sono sicuro che questa mole di lavoro contribuirà ad una migliore visibilità ed un migliore posizionamento.

4.1) Come si realizza un articolo pillar?

Sebbene ogni argomento trattato va considerato in modo univoco, solitamente utilizzo una sorta di checklist che tengo sempre a mente per impostare quello che sarà un articolo pillar.

Si tratta quindi di una checklist che indicherà alcuni aspetti generali che però interpreto liberamente a seconda delle necessità e delle situazioni.

Vediamo ora nel dettaglio i punti compresi nella checklist:

  1. L'articolo deve essere lungo almeno 2000 parole
  2. Ogni sotto argomento deve essere trattato in profondità
  3. Cita e linka risorse (interne e esterne) lungo tutto l'articolo
  4. Fai uso di immagini e video a tema
  5. Formatta l'articolo e rendilo facilmente leggibile
  6. Cura nel migliore dei modi il tag title, il tag description e il titolo della pagina

Ora vediamo nel dettaglio i singoli punti.

4.1.1) L'articolo deve essere lungo almeno 2000 parole

Articoli pillare: gli articoli con oltre 2000 parole tendono a posizionarsi meglio

La Seo sembra cambiare velocemente.

Google aggiorna il suo algoritmo migliaia di volte ogni anno (nel 2017 sono stati 2453 i cambiamenti fatti).

Produrre contenuti per grandi aziende o per piccoli blog è una strategia fondamentale per ottenere visibilità e traffico.

Tempo fa bastava creare articoli di 500 parole per ottenere tutto questo, ora non è più così.

La lunghezza degli articoli sembra essere fortemente correlata con il miglior posizionamento sui motori di ricerca come Bing, Yahoo e, ovviamente Google.

Google in particolare tende a posizionare più in alto articoli lungi e ben approfonditi. Se gli utenti preferiscono gli articoli lunghi in un certo modo, Google ha tutto l'interesse a preferirli a quelli più brevi.

Ci sono però delle eccezioni, e in questo caso è proprio RankBrain che ha il compito di capire l'intento di ricerca dell'utente e proporre articoli lunghi o brevi a seconda delle necessità.

Non necessariamente dunque, un articolo breve non può ottenere la prima pagina....

Quindi, come regola generale, la lunghezza giusta dipende dalla keyword. E se parliamo di keyword informazionali, allora creare articoli da oltre 2000 parole è la via da seguire.

4.1.2) Ogni sotto argomento deve essere trattato in profondità

Intanto, per sotto argomento, intendo dire quelle parti di articolo che vanno sotto i tag h2, h3 o h4.

Per queste sezioni scrivere un solo paragrafo potrebbe non essere sufficiente. Se decidi di introdurre un determinato argomento, fai in modo di descriverlo in modo esaustivo.

Fai esempi, utilizza delle immagini che possano aiutare a comprendere quello di cui stai parlando.

Ad esempio, nell'articolo "Come diventare fashion blogger" ho un sotto titolo che recita "Come scegliere il nome per un blog di moda?".

Per sviluppare a fondo questa parte, utilizzo una lista numerica per riassumere gli step più importanti e, per ogni punto, fornisco una spiegazione approfondita.

4.1.3) Cita e linka risorse (interne e esterne) lungo tutto l'articolo

Dai credito al tuo articolo linkando risorse esterne (ed interne) autorevoli

Come detto prima, un articolo pillare è frutto anche di approfondite ricerche sul tema di cui vuoi parlare.

Questo significa che per creare un articolo approfondito e originale avrai avuto modo di leggere altri articoli e altre risorse da cui trarre ispirazione.

Bene, non esitare a linkarle dove necessario.

Se accenni a qualcosa che l'utente potrebbe aver la necessità di approfondire, dagli la possibilità di farlo mettendo un link a quella risorsa.

Questo vale ovviamente anche e soprattutto per articoli che già sono presenti sul tuo sito.

Lo so.

La maggior parte dei blogger italiani, compresi anche quelli più conosciuti, sono molto restii a mettere dei link verso risorse esterne.

Per me è un errore.

Punto.

4.1.4) Fai uso di immagini e video a tema

I contenuti che includono immagini e video vengono letti di più rispetto ai contenuti formati di solo testo.

Oltre il 90% in più.

Questo è un motivo sufficiente per comprendere come sia importante inserire delle immagini, o dei video, che contribuiscano a rendere l'articolo più attraente e coinvolgente.

Ma di motivi ce ne sono altri, almeno 10.

  • Articolo visivamente più accattivanti
  • Migliore facilità nella comprensione
  • Aspetto più professionale
  • Migliori risultati SEO

Siccome questa che leggi è una guida al posizionamento sui motori di ricerca, non potevo certo stimare l'aspetto seo dell'uso delle immagini.

Gli articolo che contengono delle immagini appropriate hanno maggiori possibilità di posizionarsi meglio. Le immagini e i video sono dunque un must che ogni blogger deve utilizzare.

E per ottenere il massimo, basta poco.

Se parliamo di immagini ricorda di:

  1. Nominare l'immagine con le parole chiave del tuo articolo
  2. Sfrutta il tag alt per includere una o più parole chiave
  3. Aggiungi una didascalia che spiega l'immagine utilizzando, anche in questo caso, una o più keyword correlate
  4. Non dimenticare di ottimizzare il peso dell'immagine in modo che possa essere caricata nel modo più veloce possibile

Per concludere, non importa quanto sia bello e approfondito l'articolo che stai scrivendo. Se non fai uso di immagini a corredo, butti al vento una grande opportunità.

Tieni a mente queste semplici regole perché le immagini e i video stanno diventando sempre più importanti.

4.1.5) Formatta l'articolo e rendilo facilmente leggibile

Cura la formattazione: aumenterai l’efficacia die tuoi articoli

L'apparenza è tutto, o quasi...

Per cercare di aumentare il tempo di permanenza di un utente sul proprio sito, la formattazione degli articoli svolge un ruolo basilare.

Per questo motivo, oltre al contenuto, dovrai curare con la massima cura il suo aspetto.

Nella sezione precedente ho descritto quanto sia importante l'uso delle immagini, in questa parlerò di quella che è la formattazione.

Mentre creare un contenuto di qualità è un'operazione assai lunga e complessa, formattare nel modo migliore un articolo è invece un'aspetto assai più semplice.

Per questo motivo vado ad elencare alcuni elementi che devi tenere a mente ogni volta che andrai a creare un nuovo articolo.

Gli elementi sono:

  • Tavola dei contenuti
  • Sottotitoli (h2, h3, h4)
  • Usa lo strumento Bold e Italic
  • Usa liste (numerate e non)
  • Utilizza paragrafi brevi
  • Enfatizza frasi importanti e citazioni
  • Utilizza font chiari e leggibili

4.1.6) Tag title, il tag description e il titolo della pagina

Il tag title di un articolo è il singolo elemento più importante quando si parla di Seo on page.

Mi capita invece spesso di vedere titoli creati senza prestare la giusta attenzione.

Questa è la procedura che seguo:

Primo: individua quale è la parola chiave più importante

Per l'articolo che stai leggendo è Primo suo Google (8100 ricerche mensili). Per questo motivo il tag title del mio articolo è: Primi su Google: guida al posizionamento sui motori di ricerca per il 2019 e oltre…

Secondo: individua le parole chiave più importanti strettamente legate con la principale.

Per l'articolo che stai leggendo, ho individuato le seguenti keyword

  • posizionamento motori di ricerca (2400)
  • posizionamento google (880)
  • primi sui motori (590)
  • posizionamento su google (260 )
  • posizionamento sui motori di ricerca (260)

Terzo: mixa tutto

Come puoi vedere, in un modo o nell'altro, ho creato un tag title che avesse un senso compiuto, che anticipasse il contenuto dell'articolo e che fosse utile sia per gli utente che per i motori di ricerca.

Creare un titolo pieno di keyword non ha senso. Il contenuto del tag title deve avere un significato finito, altrimenti difficilmente il lettore ci cliccherà.

Quarto: aggiungi un po' di sale e pepe.....

Questo è il tocco finale per rendere irresistibile i tuoi articoli. Per farlo puoi usare alcuni stratagemmi.

Usa i numeri: i numeri attirano l'attenzione. Siamo in grado di riconoscerli facilmente e il loro utilizzo aumenterà i click che un titolo potrà generare.

Aggiungi una data: questo stratagemma è strettamente legato al precedente. Inserisci la data dove possibile e, se necessario, aggiorna la data del titolo quando è necessario.

Fai delle domande: porre una domanda al lettore è un altro modo di attirare la sua attenzione. La curiosità spingerà il lettore a cliccare il tuo titolo con maggiori possibilità.

Inserisci una call to action: scarica gratis, scopri come, clicca qui sono tutte call to action che puoi utilizzato per stimolare una specifica azione da parte dell'utente

Concludo dicendo che questi ed altri stratagemmi possono essere mixati tra loro per creare il titolo perfetto. Ovviamente, non devi necessariamente utilizzarli tutti contemporaneamente. Trova tu, di volta in volta, il giusto equilibrio.

5) Ottimizza il tuo sito per i dispositivi mobili

Ottimizza il tuo sito per i dispositivi mobili altrimenti sono guai 🙂

Oramai la direzione che ha preso la vita di tutti noi è abbastanza chiara nel momento in cui cerchiamo informazioni su Internet.

Sono sempre di più le ricerche fatte tramite i dispositivi mobili.

Oltre il 75% (ne parlo qui).

E' possibile ignorare questo dato?

No!

Infatti, oltre alla percentuale appena indicata, ci sono altri motivi per cui non è possibile ignorare questo aspetto.

Ad esempio, gli utenti che navigano con i dispositivi mobili, si comportano diversamente da quelli che stanno dietro ad un pc.

A causa delle ridotte dimensioni dello schermo, questo tipo di visitatore preferiscono "consumere" contenuti con un alta percentuale visuale.

Quindi, per ottenere questo tipo di traffico è necessario ottimizzare il design delle pagine sfruttando immagini e brevi video come detto in precedenza.

In funzione di quanto appena detto, Google ha deciso quale direzione prendere: preferire i siti (responsive) ottimizzati per i dispositivi mobili.

Se hai un account presso Search Console, avrai quasi sicuramente ricevuto l'email "mobile-first indexing enabled".

In poche parole, tramite questa email, Google dichiara di essere passata ad un'indicizzazione e posizionamento basato sulle versioni mobile dei siti.

5.1) Come possiamo adeguarci al mobile first index?

Prima di tutto, verifica se il tuo sito è già responsive ed è ottimizzato per i dispositivi mobili. Per fare questo non c'è nulla di meglio di utilizzare lo strumento che Google mette a disposizione.

Sto parlando del test di ottimizzazione mobile.

Fare una verifica sarà semplice, inserisci l'indirizzo della home o di una pagina specifica e clicca Esegui Test.

Quello che dovresti ottenere è simile al risultato mostrato dall'immagine che segue:

Se anche tu ottieni un risultato del genere, allora il più è fatto, altrimenti dovrai darti da fare per rendere responsive il tuo sito.

6) Backlink: guida all'uso per il posizionamento sui motori

Il peso dei backlink è diminuito molto rispetto prima.

Tuttavia, è ancora uno dei primi due fattori che Google considera per determinare la posizione di una pagina.

Sembra una contraddizione ma non lo è.

Lo scorso anno ho avviato un esperimento per cercare di capire quale strategie funzionavano davvero per ottenere la prima posizione su Google.

E' un esperimento che è andato avanti per molti mesi e che mi ha permesso di capire tre aspetti fondamentali per creare un sito web di successo.

Ve detto che l'esperimento non è terminato, e con ogni probabilità non terminerà mai per il semplice motivo che Google cambia le carte in tavola continuamente.

L'immagine che vedi sotto mostra come il sito di cui sto parlando sia stato in gradi di generare quasi 100.000 utenti unici al mese:

Google Analytics: 100.000 utenti in un mese

Per ottenere questi risultati ho fatto così:

  1. Creato articoli di qualità (articoli pillar)
  2. Ho creato una struttura ottimizzata del sito
  3. Creato una campagna di backlink

Per quanto riguarda la creazione di articoli di qualità posso confermare che ho seguito le linee guida illustrate in precedenza.

Per quanto riguarda la struttura del sito puoi leggere un approfondimento qui.

Per quanto riguarda la campagna di backlink, continua a leggere, perché sto per parlarne.

Allora, come detto, i backlink valgono di meno, ma sono ancora fondamentali.

Dopo un anno di esperimenti, posso dire che i backlink servono per posizionarsi?

Si posso!

Posso anche dire che fare esperimenti serve a capire cosa funziona e cosa no?

Sì certo!

6.1) Cosa ho imparato da questa campagna di backlink?

Per "accompagnare" la crescita del sito ho usato tante strategie differenti. Questo mi ha consentito di capire cosa funziona e cosa non funziona.

6.1.1) Quali link non funzionano

Ai più esperti consulenti seo quello che sto per dire appare scontato, ma io lo dico lo stesso.

Ottenere backlink di scarso valore: ottenere dei backlink è la cosa più facile del mondo. Ci sono centinaia di siti dove poterli acquistare. Con 5 dollari è possibile acquistare migliaia di bassa qualità (molti dei quali non verranno nemmeno indicizzati).

Ti assicuro però che non avranno alcun effetto, a maggior ragione se vuoi posizionarti per keyword competitive.

6.1.2) Quali link funzionano

Ora parliamo di cose interessanti. Molte delle cose che ho sperimentato in questo mio progetto possono essere replicate da chiunque.

Backlink di qualità: più un backlink è difficile da ottenere, più il backlink è importante per una campagna di backlink efficace.

Si tratta linea guida generale, ma efficace per capire come sono i link più difficili da ottenere quelli che daranno un maggiore impulso ai tuoi sforzi.

Definiamo cosa sono link di qualità.

Autorevoli: solo link provenienti di siti che hanno una grande autorevolezza. Si tratta di link provenienti da siti che sono dei punti di riferimento nella propria nicchia di riferimento.

Se parliamo di salute, potrei citare siti come www.my-personaltrainer.it oppure www.ok-salute.it.

Rilevanti: un backlink può essere considerato rilevante quando è posizionato su un sito che tratta lo stesso tema del sito destinatario. Se il tuo sito tratta temi sportivi, un link rilevante (e super autorevole) sarebbe quello provenente dal sito della gazzetta.it

Avrebbe meno efficacia un link proveniente da un sito che tratta di economia, anche se si tratta di un sito autorevole.

Posizione: la posizione ideale di un link è quello di essere nella home page (che solitamente è la pagina di un sito con più autorevolezza) e all'interno del testo.

E' ovvio: ottenere un link dalla home page di un sito autorevole è praticamente impossibile. Allora chiedi se è possibile mettere un link su un articolo già ben posizionato, oppure, in ultima istanza, chiedi la possibilità di pubblicare un guest post.

Le pagine appena pubblicate sono quelle con minor autorevolezza. Ma la acquisteranno nel tempo.

7) Personal branding: l'arma segreta di ogni esperto seo

Hai mai sentito parlare del Medical Update che Google ha applicato al suo algoritmo ad Agosto 2018?

Senza entrare troppo nel dettaglio, e detto che di medical ha ben poco, trattandosi di un aggiornamento che ha coinvolto qualsiasi nicchia di mercato, riassumo quello che ha significato per i webmaster di tutto il mondo.

E' opinione abbastanza diffusa che l'aggiornamento del 1° Agosto del 2018 ha focalizzato la propria attenzione principalmente sul concetto di Expertise, Authority e Trust (EAT).

Infatti, pochi giorni prima di questo aggiornamento, sono state aggiornate le linee guida dei quality reader. In realtà non ci sono molte differenze se non per la parte che riguarda il discorso EAT, appunto.

Per andare al sodo, cosa significa questo?

Per me la risposta è abbastanza semplice. Google, oltre a volere contenuti disponibili su siti veloci e responsive, vuole contenuti pubblicati da veri esperti.

Linee guida: reputazione del publisher e dell’autore

Come vedi la prima riga recita: la reputazione di un sito si basa sull'esperienza degli utenti reali come sulle opinioni delle persone che sono esperte sull'argomento del sito.

E inoltre i quality rater sono avvisati che:

....quando autorevoli fonti esterne ritengono non attendibile un determinato sito, credi a loro.

E questo è il punto focale. L'autorevolezza di un sito non è stabilita dal sito stesso, ma dalla reputazione che hanno tramite il giudizio di fonti esterne purché autorevoli.

Allora la domanda è: come può un publisher o un autore ottenere autorevolezza e credibilità?

Attraverso il concetto personal branding.

7.1) Posizionamento sui motori di ricerca e personal branding

La SEO è in continua evoluzione e quindi penso che siano tante le componenti che ne fanno parte.

Sebbene ce ne siano alcune che possiamo considerare come universali (contenuti, link e RankBrain ad esempio), è necessario tenere in considerazione anche quelle componenti che prima venivano trascurate.

Una di queste è appunto la personal branding.

7.1.1) Cosa è la personal branding?

Se sei una persona d'affari o semplicemente un blogger saprai certamente quanto sia importante essere visibili e distinguibili su Internet.

Tu sei unico e su questo devi lavorare.

Fortunatamente ci sono una serie di semplici strategie che puoi adottare per contribuire a farti emergere dalla massa e a renderti autorevole.

Il tuo sito

Tutto parte ovviamente dal tuo sito dove, oltre le pagine relative a servizi e prodotti non dovranno mancare la pagina dei contatti, la pagina chi siamo e la pagina dei termini e dei servizi.

Social Media

Quando parliamo di Social Media dobbiamo fare chiarezza. Se parliamo di una singola persona è impensabile aprire 10 account social e gestirli tutti allo stesso tempo.

Meglio aprire due o tre profili e utilizzarli per bene. Utilizzarli per bene significa tenere sempre aggiornato il proprio profilo, partecipare a gruppi e discussione e interagire con gli utenti che gravitano intorno alla tua nicchia di mercato.

Quelli che mi sento di consigliarti sono senz'altro Facebook, ma anche Youtube e Linkedin.

Portali di nicchia

Per portali di nicchia intendo sito, forum o directory che trattano nello specifico i contenuti che riguardano il tuo sito e il tuo campo di competenza. Questi portali possono avere carattere nazionale ma anche locale.

Il concetto è sempre lo stesso. Partecipa attivamente all'attività del portale e contribuisci nel modo in cui solo te sai fare. Fornisci valore tramite i tuoi interventi.

Fai capire che sei un esperto e che sai rispondere in modo competente alle domande poste da altri utenti.

8) Conclusioni

La Seo è una maratona: preparati nel modo giusto.

Ora tocca a te!

Certo, avrai capito che la strada non è breve.

In effetti per diventare primi su Google è necessario focalizzare la propria attenzione e i propri sforzi sul medio e lungo termine.

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Il posizionamento sui motori di ricerca non è una corsa dei centro metri, è piuttosto una maratona.

E allora allenati a fondo con gli strumenti che trovi (anche) in questa guida.

E fallo nel modo giusto perché ora è il tuo turno.

Ivan Messina
ivan
Con oltre 10 anni di esperienza nel web hosting, lavora ogni giorno per migliorare il servizio e riservare attenzione a ogni singolo cliente.
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