Per creare una casa solida è necessario partire dalle fondamenta.
Siamo tutti d'accordo, no?
Per creare un sito web di successo bisogna curare nei minimi particolari quelle che sono le sue fondamenta: la seo on page
Creare un sito con delle basi solide consente di posizionarsi davanti anche a quei competitori che possono vantare dei backlink potenti ma con pagine e contenuti scarsamente ottimizzati.
Vuoi migliorare il tuo posizionamento? Leggi la nostra guida deidicata ai servizi seo.
In effetti, questo è un concetto che va chiarito subito. Un consulente seo sa benissimo che quando si para di seo c'è una prima importante precisazione da fare.
Esiste infatti una Seo On Page e una Seo Off Page.
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Prova gratisMolto semplicemente, la prima riguarda esclusivamente le pagine del proprio sito. La seconda invece fa riferimento ai fattori esterni che hanno a che fare il tuo sito come i backlink (ma non solo....).
Come potrai intuire si tratta di un approccio completamente differente. Infatti, nel primo caso, il controllo di ogni aspetto è totale.
Tutte le ottimizzazioni che vanno apportate possono essere fatte in totale autonomia in quanto, come titolare di un sito web, sei in grado di modificare qualsiasi cosa, in qualsiasi momento.
L'ottimizzazione seo off page invece rappresenta un processo molto più lungo e difficile. Cercare ad esempio di ottenere dei link che puntino verso il tuo sito è molto impegnativo (e spesso anche molto costoso).
Detto questo, sia l'una che l'altra tecnica sono due tessere di uno stesso puzzle che descrivo nel dettaglio in questo articolo.
Fatta questa premessa, cominciamo ad entrare nel dettaglio.
Il Search Intent, ossia l'intento di ricerca, oggi è un aspetto che devi comprendere nel miglio modo possibile per capire come devi sviluppare i tuoi contenuti.
Se non si comprende il Search Intent non possiamo pensare di cominciare con l'ottimizzazione on page.
Google è diventato sempre più intelligente.
Gestisce ogni giorni miliardi di richieste e per questo il suo obiettivo è quello di migliorare sempre di più le risposte da fornire ai propri utenti.
Che tipo di ricerche vengono effettuate?
Per comodità, e semplicità, possiamo pensare di suddividerle in 4 gruppi.
Le due ultime, transazionali e commerciali, possono anche essere considerate come appartenenti ad un unico gruppo.
Entrambe indicano l'intenzione di un utente di effettuare una "transazione" come scaricare un file, un programma (anche gratuito), oppure effettuare un vero e proprio acquisto.
Le ricerche navigazionali sono quelle che l'utente effettua sapendo già dove vuole approdare. Ad esempio se digita Fiat è perché vuole visitare il sito della Fiat.
Oppure se digita "orario treni" è perché probabilmente vuole collegarsi con il sito di Trenitalia e controllare gli orari.
Le ricerche informazionali invece sono quelle che un utente effettua quando vuole informarsi a proposito di un determinato argomento. Ad esempio può digitare "come fare la pizza", oppure "meglio hosting linux o windows?"
In questo caso vuole solo approfondire l'argomento di suo interesse.
Una volta compresa la differenza fra questi tipi di ricerca, potrai cominciare il discorso vero e proprio sulla seo on page.
Tutte le pagine del nostro sito sono piene di tag HTML ma ti assicuro che il più importante di tutti, almeno da un punto di vista seo, è certamente il Tag Title.
Il tag title è il fattore seo on page più importante in assoluto.
Ecco alcune semplici regole che devi seguire quando andrai a creare il tuo prossimo tag title:
Vediamo ora punto per punto.
La prima regola è quelle di inserire tassativamente la keyword principale attorno alla quale stai sviluppando il tuo contenuto. Se c'è la possibilità aggiungi una o due keyword strettamente legate alla principale.
Questo genere di keyword vengono individuate durante la ricerca delle parole chiave che descrivo in questo articolo (paragrafo 2.1).
La seconda regola è quella secondo la quale il tag title non deve essere eccessivamente lungo. Generalmente non deve superare i 70 caratteri. Questo perché Google tende a troncare i titoli più lunghi.
La terza regola è quello di creare un titolo accattivante. Devi mettere insieme i due primi ingredienti (regola numero uno e regola numero due) aggiungendo però un tocco di originalità.
Esempio di un titolo per nulla originale:
Esempio di titolo accattivante:
Come è facile intuire, la seconda versione rende il titolo molto più interessante. In questo modo sarà più facile che l'utente clicchi sul secondo risultato piuttosto che sul primo.
Non trovi?
Il titolo "Seo on Page: l'ottimizzazione che sbaraglierà i tuoi competitor" ha anche un altro vantaggio, quello di utilizzare una seconda keyword (ottimizzazione) molto importante e strettamente collegata con la principale.
Questo contribuirà a rendere visibile la pagina anche per le keyword secondarie.
La meta description ha perso quasi totalmente la sua forza da un punto di vista seo.
Ma è ancora un carta importante da giocare per aumentare il CTR.
In che modo?
Guarda l'immagine che segue per capirlo
Il ruolo della meta description, che è poi il contenuto dello snippet che Google propone dopo una ricerca, è diventato fondamentale per aumentare il CTR (Click Through Rate).
Per aumentare il CTR quindi è necessario scrivere un testo che sia capace di stimolare la curiosità dell'utente e di spingerlo a cliccare.
E molto simile alla stesura di un annuncio pubblicitario. Deve essere in grado di parlare direttamente alle necessità dell'utente e di promettergli una soluzione.
Tuttavia, tutto questo sforzo, a volte, può risultare inutile perché Google non sempre mostra il testo che hai incluso nella meta description.
Ma che ci posso fare?
🙂
L'evoluzione della Seo ha portato tanti cambiamenti.
Uno di questi riguarda la url delle pagine. Google sembra preferire le url brevi. Anche perché le keyword presenti nelle url hanno diminuito il loro peso.
Per questo motivo cerca di mantenere le url brevi e coincise.
Usa la keyword principale e dimentica tutto il resto.
Per tutto il resto indendo keyword secondarie, cartelle, sottocartelle, categorie e altro ancora (ammesso che sia possibile...).
Per questa pagina no uso una url di questo tipo:
www.webhosting.it/seo/2019-02-12/seo-on-page-ottimizzazione-che sbaragliera-i-tuoi-competitor
ma semplicemente questa
www.webhosting.it/seo-on-page
Questo tipo di url viene preferita da Google ed è, al tempo stesso, più semplice da memorizzare.
Per headers intendo i tag h1, h2, h3, e h4, difficilmente vado oltre.
Gli headers sono semplici da utilizzare e consentono, sia a Google che agli utenti, di comprendere meglio il contenuto dell'articolo.
Il tag h1 solitamente coincide con il titolo della pagina. Questo è vero sopratutto se utilizzi WordPress per gestire il sito.
Però la scelta migliore sarebbe quella di differenziare il tag h1 e il titolo della pagina. In questo modo sarà possibile aggiungere più varianti rispetto alla keyword principale.
E ricorda, di tag h1 ce ne deve essere solo uno, lungo tutto gli articoli usa i tag h2, h3, h4 ecc.
Ad esempio, il titolo di questo paragrafo "Crea un articolo che contenga gli headers" è inserito in un tag h2.
Nel caso avessi un sotto argomento da includere in questo paragrafo, lo avrei messo in h3.
Questo schema è utilizzato in modo più esteso in questo articolo.
Questo genere di tag possono servire molto quando abbiamo a che fare con articoli molto lunghi.
Va da se che gli articoli molto lunghi sono composti da un insieme di argomenti minori che nel loro complesso danno un senso compiuto a quello che stai scrivendo.
Possono, anzi devono, essere utilizzati per trattare argomenti strettamente collegati (proprio come sto facendo io in questo articolo) e contenere le keyword secondarie che hai individuato quando hai fatto la tua keyword research.
D'altro canto, non devono essere, nel modo più assoluto, utilizzati per praticare quello che in inglese viene definito keyword stuffing.
Cioè quella vecchia pratica secondo la quale si riempivano i titoli e i testi di keyword per cercare di migliorare il posizionamento di una pagina.
Oggi Google è diventato abbastanza "smart" da individuare, e penalizzare, questo genere di pratica.
Usa i tag per contenere le keyword secondarie ma dai un senso compiuto al titolo.
I titoli (headers) servono per riassumere il contenuto che l'utente si appresta a leggere.
Consiglio sempre l'uso delle immagini e dei video.
In fondo, quello di cui ci dobbiamo preoccupare, è la user experience, no?
E per questo, oltre ovviamente ad un contenuto di qualità, ci deve essere sempre una componente visiva importante.
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Prova gratisTuttavia sono in molti ancora quelli che dimenticano questo aspetto....
Le immagini, e i video, devono raccontare qualcosa, devono supportare quello che stai scrivendo e quindi devono essere strettamente legati al contenuto del tuo sito.
Una volta che hai scelto cosa utilizzare, non dimenticare di utilizzare i seguenti elementi nel modo corretto
Questi tre elementi sono fondamentali per far comprendere a Google, che ovviamente non riesce ad interpretare le immagini, di cosa tratta l'immagine stessa.
Il primo elemento da prendere in considerazione è il nome del file. Per l'immagine in evidenza utilizzo sempre la keyword più importante.
Per l'articolo che stai leggendo, ho usato un'immagine che si chiama: seo-on-page.jpg
Chiaro no?
Per le immagini che fanno invece parte del testo, utilizzo nomi che contengono le parole chiave del paragrafo che le contengono.
Un esempio potrebbe essere: tag-alt-seo-on-page.jpg
Per quanto riguarda il tag alt e la didascalia seguo lo stesso ragionamento. Aggiungo una keyword rappresentativa per il tag alt, e una descrizione più lunga per la didascalia.
Anche nella didascalia utilizzerò keyword secondarie che mi consentono di dare ulteriori suggerimenti al lettore.
Esempio: Quando usi un'immagine non dimenticare di utilizzare in chiave seo il nome, il tag alt e la didascalia.
Questa strategia prende il nome di deep linking oppure internal linking ed è una delle migliori strategie seo che devi sempre considerare per ogni sito che crei.
Ma cosa è la deep linking esattamente?
E' una tecnica semplice quanto efficace che consiste nel collegare le pagine di uno stesso sito tra di loro.
I vantaggi sono tanti, eccone alcuni.
PRIMO: l'utente che sta visitando una specifica pagina, cliccando su un link interno, aumenterà il tempo di permanenza sul sito (fattore che Google tiene in considerazione per il posizionamento del sito).
SECONDO: lo spider di Google potrà scannerizzare il sito nella sua interezza rintracciando anche quelle pagine che non sono direttamente linkate dalla home page e quindi più nascoste.
TERZO: l'uso strategico dei link interni consente di organizzare i siti di grandi dimensioni per argomenti, raggruppando in modo più logico pagine e contenuti che riguardano uno specifico sotto argomento.
La deep linking segue in linea di massima le stesse regole della link building. Le pagine più importanti devono avere un numero di link interni superiore e le ancore utilizzate possono essere create tramite le keyword più rappresentative.
Ad esempio, ho deciso di spingere la pagina "Primi su Google: guida al posizionamento sui motori di ricerca per il 2019 e oltre…" e allora, nelle pagine strettamente collegate a questo tema, come quella che stai leggendo ora, inserisco un link che contiene come testo "primi su Google", che è poi la keyword più importante per quella pagina.
In parole povere sto dicendo a Google, ma anche a te, che la pagina linkata è una tra le più importanti. E lo sto facendo attraverso questa pagina che tratta un argomento strettamente correlato.
E' infatti importante capire che un link (interno o esterno che sia) assume una valenza maggiore se posizionato in un contesto strettamente legato alla pagina di destinazione.
Questa strategia la usano in pochi, ma è un errore, e pure grossolano!
Se vuoi fare seo on page nel modo giusto, e se lo vuoi fare meglio degli altri, non puoi non utilizzare la tecnica che sto per spiegare.
I link definiti outbound sono quelli che vengono utilizzati per citare pagine e contenuti esterni.
Lo vedi questo link?
Ecco, ho appena creato un outbound link, o link in uscita.
Quale è l'utilità di questo genere di link?
E' quella di dire al lettore che se vuole approfondire un argomento specifico, io gli dico che può farlo altrove. Tramite una pagina che ritengo essere di valore e autorevole.
E bada bene, non lo sto facendo utilizzando link nofollow.... 🙂
Quando decidi di linkare una fonte esterna, scegli fonti autorevoli e (ovviamente) strettamente legate al tema che stai trattando.
Hai mai visto una pagina di Wikipedia?
Immagino proprio di sì.
Hai notato quanto sia comodo la tavola dei contenuti (o indice)?
Questo è quello che dovresti fare anche tu.
Inserire una tavola dei contenuti, sopratutto se scrivi degli articoli molto lunghi e approfonditi, è un modo super efficace di organizzarli nel modo migliore.
L'immagine che segue illustra la tavola dei contenuti presente presso la pagina Ottimizzazione (motori di ricerca)
Si tratta di un modo molto efficace per migliorare la user experience perché consente al lettore di avere un'anticipazione del contenuto dell'articolo e di navigare velocemente verso una specifica parte di esso.
E' il formato ideale per organizzare articoli molto lunghi.
Come si crea una tavola dei contenuti?
Tramite i link chiamati in-page.
Per crearli bisogna avere un po' di familiarità con il codice html e servono due cose:
Un ancora viene creata tramite il tag <a>
Esempio: <a name="puntoprimo"></a>
Il link abbinato viene formattato così:
<a href="#puntoprimo">link</a>
Vuoi provare che effetto che fa? Clicca sul link che segue:
Difficile da gestire?
Se utilizzi WordPress, allora fai riferimento ad uno di questi plguin. L'implementazione di una tavola dei contenuti sarà molto più semplice e veloce.
Il tuo obiettivo è quello di scrivere dei contenuti di qualità sia per gli utenti che per i motori di ricerca, giusto?
Ho deciso di mettere questo punto in questa posizione per un motivo ben preciso.
I 10 punti di cui ti ho parlato fino ad ora sono quelli che io seguo personalmente quando organizzo e programmo la realizzazione di un nuovo contenuto.
Ecco, il termine chiave è progettare organizzare.
La scrittura di un articolo importante, di 2000 parole ed oltre necessita un'organizzazione.
In pratica organizzare un nuovo articolo significa:
Dopo aver completato i 4 passaggi indicati, non dovrai fare altro che cominciare a scrivere l'articolo.
E per farlo, dimentica Google e dimentica le parole chiave.
Ricordati solo di scrivere nel modo più chiaro e scorrevole possibile.
Pensa solo a rendere il tuo contenuto migliori degli altri.
Lo so, lo so, è più facile a dirsi che a farsi.
Non posso darti torto, ma almeno provaci.
E ricordati di formattare l'articolo per consentire una più facile lettura.
Ad esempio ricordati di usare frasi brevi e chiare, parole semplici, esempi chiari che possono essere replicati e soddisfare la search intent.
Questo è già un ottimo inizio.
Uno dei fattori seo che da un po' di tempo a questa parte ha assunto una notevole importanza è quella della velocità di download del sito (e delle pagine).
Google ha ammesso da tempo che la velocità di un sito è un fattore di posizionamento, senza dare ulteriori dettagli su quanto questo fattore "pesi" davvero.
Per approfondire questo argomento mi pare utile proporvi il video che segue:
Non c'è dubbio quindi che uno degli obiettivi di Google sia quello di fornire contenuti, che oltre a tutta una serie di caratteristiche, siano anche veloci da consultare.
Se non altro perché almeno il 70% del traffico passa da smartphone e dispositivi mobili.
Questo capitolo meriterebbe un articolo tutto suo (magari prima o poi ne scrivo uno) però cerco di riassumere i punti più importanti.
Intanto, usa questo strumento per vedere a che punto sei con la velocità del tuo sito:
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Prova gratisUna volta ottenuto il tuo risultato leggi i suggerimenti che questo tool suggerisce, ma ricordati almeno di:
Rendere un sito veloce è praticamente una corsa senza fine. Ci saranno sempre degli aspetti da migliorare ed ottimizzare.
Ma intanto comincia.....